Evento nazionale indicatori: la pandemia amplifica la centralità degli SDGs

A cinque anni dall’approvazione dell’Agenda 2030, la capacità di misurare l’efficacia delle politiche nazionali e sovranazionali è attesa da nuove sfide. [VIDEO] 1/10/20

L’evento nazionale “Innovazioni e problematiche di misura connesse alla sostenibilità e per il monitoraggio degli SDGs”, organizzato dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dal Gruppo di lavoro “Indicatori” dell’ASviS, si è aperto mercoledì 30 settembre alle 15.00 con l’introduzione del portavoce dell’Alleanza Enrico Giovannini. “La misurazione statistica dello sviluppo sostenibile è un tema fondamentale per capire se le nostre nazioni stanno andando nella direzione giusta per raggiungere i 17 Obiettivi”, ha dichiarato Giovannini. “È cruciale per capire dove stiamo andando, una sfida straordinaria soprattutto per quella parte del mondo meno avanzata sulle statistiche nazionali. Oggi cercheremo di capire qual è la situazione a livello globale e come le nuove tecnologie possono aiutarci nella raccolta di dati relativi allo sviluppo sostenibile. L’Istat ha fatto tantissimo in questi anni, l’Italia dispone di una delle basi dati più dettagliate a livello Ocse. Gli istituti di statistica possono elaborare moltissimi dati, ma poi bisogna interpretarli. Con Istat stiamo lavorando per rendere fruibili i dati e raccontarli nel modo giusto”, ha concluso Giovannini.

Gian Paolo Oneto, direttore centrale Istat per la valorizzazione delle statistiche economiche, ha coordinato il dibattito, in parte in presenza e in parte online, che è stato l’occasione per fare il punto sul monitoraggio degli indicatori e sulla capacità di misurare l’evoluzione dei diversi aspetti connessi agli Obiettivi dell’Agenda 2030. A tal fine l'Istat produce annualmente due aggiornamenti del sistema di indicatori utili al monitoraggio degli SDGs per l'Italia.

Francesca Perucci, dell’UnDesa statistics division, ha illustrato alcuni risultati del Sustainable development goals report 2020. “Il Covid-19 ha interrotto bruscamente gli sforzi di implementazione verso molti SDGs e, in alcune aree, ha riportato indietro anni di progressi. Con la pandemia abbiamo visto impatti diffusi su diversi Obiettivi: sono per esempio aumentate le persone che soffrono la fame e quelle che vivono una condizione di povertà. I progressi sulla salute e sull'istruzione sono stati influenzati negativamente. La pandemia sta mettendo a dura prova le donne e le ragazze di tutto il mondo, è necessario migliorare urgentemente l'accesso all'acqua e ai servizi igienici”. Perucci ha ricordato come “nonostante la drastica riduzione delle emissioni di gas serra durante la pandemia, dobbiamo ogni anno ridurle ancor di più per centrare il target di 1,5°”.

Angela Ferruzza, dirigente Istat del servizio Ambiente, Territorio e Registro statistico dei luoghi, ha dichiarato che “misurare la sostenibilità non solo è necessario ma è anche possibile. Ciò deve essere fatto attraverso lo sviluppo di attività scientifiche integrate in ambito Sistan, confronti con la società civile, misure statistiche utili per una strategia nazionale, regionale e agende locali”. Ha aggiunto che “a livello europeo, per la Commissione Ue le analisi sullo sviluppo sostenibile sono essenziali. Come Istat abbiamo cercato di integrare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile a quelli del Green deal. Serve un approccio territoriale alla sostenibilità”, ha concluso, “nelle analisi condotte nei report Istat abbiamo messo in evidenza le disuguaglianze territoriali, e lo faremo anche in futuro”.

Manlio Calzaroni dell’ASviS ha sottolineato come gli SDGs stiano assumendo un ruolo sempre maggiore nella definizione delle politiche, sia a livello sovranazionale nei programmi della Commissione europea, sia a livello nazionale nella definizione della Strategia per lo sviluppo sostenibile. “Dal 2017 con l’ASviS costruiamo indicatori territoriali, e ci siamo anche posti l’obiettivo di monitorare le politiche, per valutare il loro impatto in termini reali sulla popolazione. Abbiamo aggiornato gli indicatori al 2019”, ha dichiarato Calzaroni, “un fatto che ci ha permesso di fare valutazioni di carattere qualitativo al 2020, che presenteremo nel Rapporto ASviS dell’8 ottobre.

Guillaume Lafortune del Sustainable Development Solutions Network (Sdsn) ha presentato i risultati di una ricerca che confronta i dati di quattro strumenti di monitoraggio degli SDGs per l’Unione europea. “Ci sono divergenze tra le valutazioni statistiche effettuate da Sdsn, ASviS, Ocse ed Eurostat. Questo può portare a diverse conclusioni e risultati. Tre fattori principali spiegano le differenze tra le metodologie: l’utilizzo di indicatori SDGs non ufficiali, l’inclusione degli spillover internazionali, l’utilizzo di obiettivi predefiniti”.

Francesca Campolongo, responsabile dell’unità Finanza ed economia del Joint research center (Jrc) ha detto che la resilienza può essere la bussola per le politiche europee e un fattore chiave per realizzare gli SDGs. “La resilienza trasformativa, la capacità di affrontare shock e gestirli, è strettamente collegata alla realizzazione degli Obiettivi. La Commissione europea ha annunciato che monitorare e accrescere la resilienza è un obiettivo centrale per l’Unione, ora bisogna sviluppare gli strumenti necessari per misurarla”.

Alessandra Agostinelli, dirigente della Contabilità nazionale Istat, ha rilevato che l’attuale crisi pandemica amplifica la centralità degli SDGs ed è sempre più importante che i conti nazionali acquisiscano lo spirito dell’Agenda 2030. “La sostenibilità oggi è l’orizzonte inevitabile di tutte le ricette per la ripresa. Il Pil è solo una misura approssimativa del benessere. Nel 2025 avremo una revisione dei manuali di compilazione dei conti nazionali (Sna/Sec), non perdiamo l’occasione di riformarli in ottica degli SDGs”, ha ammonito Agostinelli, che ha aggiunto: “La revisione si concentra su tre aree: globalizzazione, digitalizzazione, benessere e sostenibilità. I prossimi passi saranno una migliore integrazione delle misure tra i cinque diversi domini, oltre che valutare la possibilità di introdurre concetti aggiuntivi, che integrino elementi comuni ai diversi domini con aggregati tradizionali”.

La giornata si è conclusa con un dialogo tra Gian Paolo Oneto e gli altri relatori. Per Oneto “siamo in una fase di transizione complicata, la crisi su questo ci ha fatto riflettere. È giusto andare oltre il Pil, ma dobbiamo capire come questo sistema multidimensionale incentrato sull’Agenda 2030 debba essere implementato. Penso che nel caso degli SDGs ci manchi ancora un framework complessivo”. In risposta alle osservazioni di Oneto, Campolongo ha indicato la necessità in futuro di avere dati più aggiornati; Perucci ha evidenziato l’esigenza di trovare un equilibro tra la qualità dei dati e la tempestività; Calzaroni ha sottolineato la scelta di rivedere gli indicatori per una lettura migliore degli effetti della pandemia; Ferruzza ha evidenziato l’impegno a fornire statistiche in maniera rapida e continua.

 

di Andrea De Tommasi

 

 

Giovedì 01 Ottobre 2020